Lun. Gen 6th, 2025

QUASIMODO NELLA TERRA DI PIRANDELLO [gallery]

di Paolo Cilona

Comitini ha ricordato il premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo ( che qui visse la sua infanzia) con la scopertura di una lapide e ospitando a Palazzo Bellacera un convegno . relatore lo scrittore e avvocato Diego Guadagnino che ha offerto all’uditorio un profilo umano e letterario del poeta siciliano davvero straordinario e di grande  affabilità comunicativa. Interprete di alcuni versi è stato l’attore e scrittore Salvatore Nocera Bracco.  Protagonisti della scopertura di una lapide murale (sulla facciata della casa dove abitava il medico che salvò la vita al piccolo Quasimodo) il sindaco di Comitini Luigi Nigrelli e l’on. Serafina Marchetta mentre nel corso del convegno  l’omaggio a Quasimodo è stato rivolto dai poeti Lillo Argento, Etta Milioto, Liliana Arrigo, Tania Cotugno,, Giuseppina Mira   E così Comitini si è rivelato un piccolo territorio della provincia di Agrigento che si presenta come metafora tra passato e presente, tra storia e leggenda. È il paese del tricolore , di Ignazio Genuardi, l’uomo più ricco della Sicilia dopo Ignazio Florio, ma anche di donne straordinaria che in punto di morte decisero di donare i propri organi ad altre  persone bisognose. Il loro gesto encomiabile e di grande generosità ridiede la vita a più persone. Infatti, gli òrgani espiantati andarono in luoghi lontano dal Paese. Mi riferisco a Maria Antonia Butera e a Teresa Jannuzzo. Sono state le prime donne della nostra provincia a donare per la vita altrui. Comitini è   il territorio delle miniere di zolfo della famiglia Pirandello che furono causa anche della crisi familiare tra Antonietta Portulano e Luigi Pirandello. Ma e’ soprattutto il piccolo Paese dove Salvatore Quasimodo iniziò a fare i primi passi e che un medico del luogo il dott. Luigi Buongiorno gli salvo’ la vita. Da lì inizia la sua lunga e prestigiosa carriera letteraria che lo porterà a ricevere  il  premio Nobel per la letteratura. Ebbe sempre ammirazione per la città di Agrigento alla quale dedicò  due bellissime poesie:”Strada di Agrigentum” e “Tempio di Zeus”. Nel 1961 in occasione del venticinquesimo anniversario  della morte di Luigi Pirandello fu relatore di un apposito convegno alla presenza del sindaco di Agrigento Vincenzo Foti, del borgomastro di Bonn Kreamer, di Bonaventura Tecchi e del presidente della Corte Costituzionale on.le prof  Gaspare Ambrosini. Quasimodo ebbe anche l’opportunita’ di visitare il liceo classico Empedocle.

Di sicuro e’ stato uno dei massimi poeti del Novecento.  Di estrazione provinciale, di modeste ma dignitose origini. Il padre era un dipendente delle Ferrovie dello Stato (capo stazione). La sua fu una carriera costruita mattone su mattone, sorretto soltanto dal suo talento. Ci sono tante cose che lo rendono una persona davvero speciale. Come tutti i grandi poeti aveva la missione di guardare il mondo in modo del tutto disincantato. Era una persona colta, amava confrontarsi con i classici, leggeva tanto e regalava sempre qualcosa di vero, di non scontato. Mi ricordo Quasimodo nell’Aula dei giganti, mentre raccontava con la sua suadente voce storie, aneddoti, riguardanti Pirandello. Era come  un fiume in piena. Nel silenzio generale tirava fuori i ricordi più belli, i nomi degli attori: Marta Abba, Paola Borboni, Ruggero Ruggeri. Nel corso della sua vita Quasimodo amo’ tantissime donne ma ne sposò soltanto due: Bice Donetti nel 1926 e dopo la sua morte nel 1946, Maria Cumani. La cosa che più richiama il suo straordinario percorso umano e letterario si rispecchia in questa sua massima:”Nessuna cosa noi potremmo mai mutare; essa mutera’ noi.”.La sua fu una vita piena, una missione letteraria grande e una ragione a tutela della bellezza e della cultura classica.

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