Lun. Gen 6th, 2025

AGRIGENTO, DIMENTICARE RETORICA E SCIOVINISMO

di Vincenzo Arnone

 La suggestione dei   templi della valle,  come    massima  espressione dell’arte gotica,  la bellezza del mare antistante,  le tracce  storiche di culture arabe, spagnole, normanne,  e  la memoria di filosofi  e scrittori come Empedocle e   Pirandello:  credo siano stati questi i  motivi principali  per cui Agrigento è stata scelta come  capitale  italiana della cultura  2025,  vincendo la concorrenza di altre città che in un modo o in altro,  avevano pure buoni motivi  per occupare il  podio.

        Da un anno in qua la parola  corsa  frequentemente  sulla bocca di amministratori e politici è stata : programmazione con una filastrocca  di eventi  che sono serviti di “ introduzione “  all’anno 2025.

        E’ inutile dire che  in tale programmazione  si sono scontrate  tante voci, tante opinioni,  che hanno reso e rendono la realizzazione molto difficile e “pirandelliana”. In alcune prevale la retorica, lo sciovinismo;      in altre  una sorta di “ irritazione culturale”, di distacco  e di  critica  esasperata  . Nell’uno e nell’altro caso non di rado si va fuori le righe; bisogna accettare la realtà così com’è e migliorarla con i mezzi umani e politici che si hanno a disposizione.  Oltre che sul  sindaco , Francesco  Miccichè,  e la  sua Giunta,   la responsabilità maggiore cade sulla Fondazione  e il Direttore generale , Roberto Albergoni,    insediatosi per  tale  occasione . Far sintesi  di tutto non è facile.  “ La Fondazione, dice il Direttore, gestisce il  budget per la realizzazione  dei progetti approvati dal Ministero. Per il resto sarà un processo misto tra fondi esterni, fondi della Fondazione e sponsorizzazioni pubbliche e  private.”

        Tale è la mappa  strutturale organizzativa che ha la responsabilità di muovere i fili   di una rappresentazione   lunga e complessa quanti sono i giorni dell’anno 2025. 

        Alle spalle di questa necessaria macchina organizzativa c’è un Incrocio tra la Storia  dell’uomo del passato e quella di oggi:   l’uomo con   la sua religione,  la filosofia, la fatica, l’arte che insieme hanno costruito tale città  risalente  al V secolo a. C. ;  Ci sono e ci saranno i viaggiatori che da ogni parte d’Italia verranno e  che anche se direttamente hanno letto poco    dei  filosofi e scrittori agrigentini, tuttavia  istintivamente  vorranno risentire  il senso  delle parole che uno scrittore  inglese – David  Lawrence ,   vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo,    che venne qui  , scrisse:  “ E’ così bello qui in Sicilia perché bisogna andare ?  Perché non restiamo ?  Dove si va ?  C’è Girgenti a sud e lo spirito sulfureo e i templi greci a guardia, per renderci più folli. Non mi sento di andare verso il Nord.” Da allora in poi tanta acqua è passata sotto i ponti. 

        C’è la storia di oggi, che è cronaca  di  contraddizioni, di politica, di clientelismo,  di disagi, di fatti, episodi, sensazioni, emozioni, ricchezza e povertà: c’è la storia attuale che il turista  una volta  partito(  si prevedono circa 2 milioni di turisti x il 2025 )  si  lascia alle spalle, come mille altre cose: la città sembra rimanere sola, di una solitudine , momentaneamente  adombrata.

        C’è la Storia del passato, quella antica  e precristiana ,  e quella poi  del primo millennio del cristianesimo  in modo particolare   che mantiene tuttora il suo fascino, materializzato nei templi di Concordia,  Giunone,   Ercole,  Giove ( secondo la   tradizione  erano tre i templi  a lui dedicati, ma si è trovata traccia solo di uno ) ,nell’immancabile Agorà,  nella cattedrale di San Gerlando,  nel Monastero  di Santo Spirito  , nella chiesa di Santa Maria dei Greci e  nella chiesa di San Nicola nella Valle. 

         Le radici storiche risalgono al  VII- V secolo avanti Cristo, secondo la tradizione al  582,  allorquando  alcuni coloni greci provenienti dall’attuale Gela, arrivarono  nella Valle  e qui si insediarono. Da allora in poi, nell’éra precristiana, la città ebbe  momenti di grande gloria  che trovò in Empedocle il nome più rappresentativo e nella costruzione dei templi  un esempio di architettura sacra ancora  ben visibile.  Del filosofo , già allora, nel primo secolo a. C.  Lucrezio  scrisse:  “se quest’isola grande, per sue meraviglie /  stupenda, è ben degna d’esser vista/  dagli uomini, fertile terra e d’ingegni/ ricca, non ha tuttavia una cosa sì grande/ sì sacra e mirabile ed alta prodotto/ come quest’uomo, i cui versi divini / usciti dal fondo  ispirato dal petto/  espongono quelle scoperte così luminose/ che a stento può credersi nato da stirpe mortale”.  

        Poi venne il periodo normanno con la figura centrale di San Gerlando , patrono della città: originario di Besancon, fu vescovo dal  1088 al 1100 e come narra una antica Legenda

 “fu largo  nella povertà, splendido nella carità, pio nell’ospitalità, coraggioso nell’intervenire per il bene , sollecito nell’esortare, provvido nel consiglio, preclaro nell’onestà dei costumi “.

Pose mano alla costruzione  della   cattedrale  che, soggetta a frane  e movimenti,  ha avuto vari rifacimenti  e cambiamenti.

        Ad oggi,  nell’ambito  di Agrigento Capitale della cultura italiana, la Chiesa agrigentina  interviene  con  eventi  , tra cui  la  rappresentazione , nella chiesa di San Nicola nella valle dei Templi ,il 10 gennaio,  dell’Atto unico “ Avendo in mente Michelangiolo  e Vasari …” regia di Pippo Calandrino, sul Giubileo del 1550  che   rivive  nella spiritualità e nella tensione  morale ,  in quello in corso del 2025.

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