di Paolo Cilona
In questi giorni in libreria due saggi su Bettino Craxi:”Il fantasma di Hammamet” di Massimo Franco e “Craxi l’ultimo vero politico” di Aldo Cazzullo
Sono trascorsi 25 anni da quando i telegiornali diedero la notizia della morte di Bettino Craxi. Era il 19 gennaio del 2000. La morte lo colse nel sonno alle ore 16,40. La causa della dipartita, fu una crisi cardiaca fulminante ed improvvisa. La notizia colpì profondamente l’opinione pubblica nazionale e mondiale. Era morto da esule in terra straniera ad Hammamet in Tunisia. La magistratura o meglio il pool mani pulite non gli diede l’autorizzazione a curarsi in Italia. Di Pietro ebbe ad affermare:” se Craxi torna in Italia deve essere arrestato, i benefici si danno ai detenuti”. Ma Craxi preferì rimanere in Tunisia. Ad Agrigento Craxi venne tre volte e segnatamente nel 1976, 1986 e 1989. Nel 1976 da neo segretario nazionale del partito eletto dopo Francesco De Martino all’ hotel Midas di Roma. Ad Agrigento tenne al Supercinema un forte comizio di impegno riformista. Dieci anni dopo in occasione della chiusura della campagna elettorale per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana. Prima del comizio a piazza Cavour aveva fatto due visite importanti nei riguardi di due eccellenti scrittori: Luigi Pirandello al Caos e Leonardo Sciascia alla Noce di Racalmuto. L’ultima presenza nella terra agrigentina nel 1989 in occasioni dei funerali di Leonardo Sciascia nella chiesa del Monte. Craxi ancora oggi è ricordato come l’ultimo statista, il politico italiano che fu capace di tenere testa nella vicenda di Sigonella ad una potenza come gli Stati Uniti d’America. Fu anche il presidente del Consiglio a chiudere il contenzioso con la chiesa cattolica approvando il Concordato Lateranense. La vita dei morti sta nel ricordo dei vivi e ad Agrigento la piccola pattuglia dei socialisti si appresta a ricordarlo degnamente.
