Diego Romeo a colloquio con Filippo Portera
—Le hai chiamate “imagofonie”. Oltre alla musica gli spettatori vorranno sapere qualcosa in più.
—Si inizia con Ovidio -Sedici Imagofonie per: voce narrante, coro, orchestra ed elettronica . Anna Grazia Montalbano voce narrante.
Caratteristiche dell’Opera
Aracne: “L’audiolibro si compone di sedici racconti fantastici sui miti greco-romani tratti dalle Metamorfosi, sommo capolavoro di Ovidio. Tutte le musiche originali per soli, coro e orchestra, che spaziano dalla musica classica alla sperimentazione, all’elettronica e al jazz, sono state composte dall’autore e registrate in quattro anni di lavoro intenso, di scoperta e di continua meraviglia”.
L’opera completa consta di sedici composizioni con voce narrante, coro, orchestra ed elettronica, per i quindici libri delle Metamorfosi di Ovidio e ripercorre miti e leggende di quella straordinaria opera che fonde e confonde ogni confine, fra l’irrazionale e la cosiddetta realtà. Ho chiamato Imagofonie questi racconti mitologico-fantastici, perché sono uno spettacolo per la mente, ascoltandoli si ha la sensazione di vedere le scene mentre i personaggi e le parole magicamente, prendono forma e vita all’interno del mondo interiore di chi ascolta, per infinite interpretazioni e fantastiche immaginazioni. Le musiche originali, oltre che esprimere il racconto in una lingua universale, preparano la narrazione e fungono anche da scenografia in cui si sviluppa l’azione, per completare la messinscena e dare corpo alla fantasia. In questo modo musica e parole si fondono in una unica metrica espressiva.
Titoli dei racconti
1) La Genesi – 2) Palatio Sol 1- 3) Palatio Sol 2 – 4)Narciso – 5) Perseo
6) Proserpina – 7) Aracne – 8) Medea – 9) Icaro – 10) Ercole – 11) Pigmalione- Atalanta – 12) Il re Mida – 13) La dea Fama – 14) Scilla e Cariddi – 15)Circe
16) Pitagora.
La complessità e la vastità delle informazioni che sono state necessarie per comporre e mettere in scena, Empedocle prima e I Giganti della Montagna dopo, mi hanno permesso di arrivare poi, alle Metamorfosi di Ovidio e lì si è aperto un mondo fantastico che fonde e confonde ogni confine, fra l’ irrazionale e la cosiddetta realtà.
—Gli umori, le sensazioni, le emozioni che ti hanno suggerito questo pentagramma ?
La parola “Metamorfosi” e già uno stimolo alla ricerca, tutto il mondo e anche noi siamo in continua metamorfosi, è una legge che regola tutti gli universi che conosciamo, non soltanto il pianeta Terra.
Ho lavorato quattro anni alle Metamorfosi di Ovidio, tra riduzioni e adattamenti, composizioni e registrazioni ed è stata, una continua e appassionante scoperta, con circa sei ore e trenta minuti di registrato e tante considerazioni nuove e sorprendenti.
Si può immaginare, che i suoni invisibili, aspettino sempre un’anima, che liberi la loro bellezza, infondendogli la vita, condizione necessaria, per diventare magicamente, Musica.
—Anche questa opera, suggerisce gli insegnamenti del concittadino Empedocle e ci ricorda che i Giganti della Montagna, come temeva Pirandello, sono ancora tra noi.
Un popolo che sconosce la propria storia, viaggia smarrito, non sa da dove è arrivato, ne tanto meno saprà dove dirigersi. La cultura popolare di
Si, come denunciava Pirandello quindi, i Giganti della Montagna sono ancora tra noi I “Giganti” sono metafora del potere nella sua nuda crudezza: hanno gli strumenti per controllare e manipolare le coscienze, rappresentano lo stato di sopraffazione dell’Arte da parte di banalità mediocrità e squallidi condizionamenti. In maniera arrogante, ottusa e subdola, sono stati e sono sempre tra noi, ma come si può constatare, non sono riesciti a scalfire l’Arte, proprio perché è un dono che nasce con noi, immortale ed inattaccabile. Certo, si muove fra mille difficoltà e ostacoli, ma il suo corso è inarrestabile, vive in noi ! “ Nessun Gigante potrà mai fermare l’Arte “, questa l’ultima battuta che ho scritto per Cotrone, che chiude i miei “Giganti della Montagna” . (Sala Fazello del Museo Griffo il 31 gennaio 2025 ore 17,30) |