Dom. Apr 13th, 2025

AL MUSEO GRIFFO DI AGRIGENTO SI POTRANNO ASCOLTARE LE METAMORFOSI DI FILIPPO PORTERA

Diego Romeo a colloquio con Filippo Portera

—Le hai chiamate “imagofonie”. Oltre alla musica gli spettatori vorranno sapere qualcosa in più.

—Si inizia con Ovidio -Sedici Imagofonie per: voce narrante, coro, orchestra ed elettronica . Anna Grazia Montalbano voce narrante.

Caratteristiche dell’Opera

Aracne: “L’audiolibro si compone di sedici racconti fantastici sui miti greco-romani tratti dalle Metamorfosi, sommo capolavoro di Ovidio. Tutte le musiche originali per soli, coro e orchestra, che spaziano dalla musica classica alla sperimentazione, all’elettronica e al jazz, sono state composte dall’autore e registrate in quattro anni di lavoro intenso, di scoperta e di continua meraviglia”.

L’opera completa consta di sedici composizioni con voce narrante, coro, orchestra ed elettronica, per i quindici libri delle Metamorfosi di Ovidio e ripercorre miti e leggende di quella straordinaria opera che fonde e confonde ogni confine, fra l’irrazionale e la cosiddetta realtà. Ho chiamato Imagofonie questi racconti mitologico-fantastici, perché sono uno spettacolo per la mente, ascoltandoli si ha la sensazione di vedere le scene mentre i personaggi e le parole magicamente, prendono forma e vita all’interno del mondo interiore di chi ascolta, per infinite interpretazioni e fantastiche immaginazioni. Le musiche originali, oltre che esprimere il racconto in una lingua universale, preparano la narrazione e fungono anche da scenografia in cui si sviluppa l’azione, per completare la messinscena e dare corpo alla fantasia. In questo modo musica e parole si fondono in una unica metrica espressiva.

Titoli dei racconti

1) La Genesi – 2) Palatio Sol 1- 3) Palatio Sol 2 – 4)Narciso – 5) Perseo

6) Proserpina – 7) Aracne – 8) Medea – 9) Icaro – 10) Ercole – 11) Pigmalione- Atalanta – 12) Il re Mida – 13) La dea Fama – 14) Scilla e Cariddi – 15)Circe

16) Pitagora.

La complessità e la vastità delle informazioni che sono state necessarie per comporre e mettere in scena, Empedocle prima e I Giganti della Montagna dopo, mi hanno permesso di arrivare poi, alle Metamorfosi di Ovidio e lì si è aperto un mondo fantastico che fonde e confonde ogni confine, fra l’ irrazionale e la cosiddetta realtà.

—Gli umori, le sensazioni, le emozioni che ti hanno suggerito questo pentagramma ?

La parola “Metamorfosi” e già uno stimolo alla ricerca, tutto il mondo e anche noi siamo in continua metamorfosi, è una legge che regola tutti gli universi che conosciamo, non soltanto il pianeta Terra.

Ho lavorato quattro anni alle Metamorfosi di Ovidio, tra riduzioni e adattamenti, composizioni e registrazioni ed è stata, una continua e appassionante scoperta, con circa sei ore e trenta minuti di registrato e tante considerazioni nuove e sorprendenti.

Si può immaginare, che i suoni invisibili, aspettino sempre un’anima, che liberi la loro bellezza, infondendogli la vita, condizione necessaria, per diventare magicamente, Musica.

—Anche questa opera, suggerisce gli insegnamenti del concittadino Empedocle e ci ricorda che i Giganti della Montagna, come temeva Pirandello, sono ancora tra noi.

Un popolo che sconosce la propria storia, viaggia smarrito, non sa da dove è arrivato, ne tanto meno saprà dove dirigersi. La cultura popolare di

Agrigento e coloro che avevano il compito di tramandare la nostra grande storia, hanno colpevolmente dimenticato Empedocle, uno dei più grandi filosofi della storia, nato proprio ad Akràgas.

Si, come denunciava Pirandello quindi, i Giganti della Montagna sono ancora tra noi  I “Giganti” sono metafora del potere nella sua nuda crudezza: hanno gli strumenti per controllare e manipolare le coscienze, rappresentano lo stato di sopraffazione dell’Arte da parte di banalità mediocrità e squallidi condizionamenti. In maniera arrogante, ottusa e subdola, sono stati e sono sempre tra noi, ma come si può constatare, non sono riesciti a scalfire l’Arte, proprio perché è un dono che nasce con noi, immortale ed inattaccabile. Certo, si muove fra mille difficoltà e ostacoli, ma il suo corso è inarrestabile, vive in noi ! “ Nessun Gigante potrà mai fermare l’Arte “, questa l’ultima battuta che ho scritto per Cotrone, che chiude i miei “Giganti della Montagna” . (Sala Fazello del Museo Griffo il 31 gennaio 2025 ore 17,30)  

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