di Maria Grazia Castellana
Discriminazione e antirazzismo sono elementi fondamentali nei grandi scrittori che ho rappresentato anche su palcoscenici internazionali::Pirandello, Tennesse Williams, Leonardo Sciascia.
Ersilia Drei di Vestire gli ignudi di Pirandello è la rappresentazione più vivida della discriminazione sociale a cui è destinata una giovane donna per causa di povertà e di debolezza che la conducono al suicidio per non essersi potuta dare una nuova vestina sociale decente. Con una consapevolezza precisa e definita in Pirandello: la donna vittima e discriminata, esempio ante litteram della subalternità rispetto alla forza economica e di potere dell’uomo sovrastante. E poi Tennsse Williams la cui protagonista Signora Collins è discriminata per la sua fragilità psicologica e mentale,….al punto da restare isolata in un sogno irreale e fantasioso, che ella si costruisce con inverosimili ricordi impastati di dolcezza e sbandamenti mentali in conflitto con la società circostante che la isola nelle sue incertezze, nelle sue debolezze…a inseguire sogni di amori e sentimenti inventati, come tanti palloncini che volano in alto nel cielo che le restituisce solo gocce di sofferenze e di inutili nostalgie. E poi ancora Leonardo Sciascia con la sua giovane Pellegrina Vitello, protagonista involontaria dal pamplet sciasciano Morte dell’Inquisitore. Una povera sventurata giovane mandata al rogo dalla terribile e ingiusta Inquisizione, accusata falsamente di stregoneria solo perché cercava di curare con delle erbe medicinali bimbi e anziani: una forma di razzismo sociale e antropologico. Personaggi in sofferenza sostenuti dalla maturità intellettuale e politica dei tre grandi scrittori …tutti personaggi “rappresentativi”, che difendono i diritti delle persone subalterne che gridano, a loro modo, i diritti di parità contro ogni razzismo e ogni forma di discriminazione. (nella foto di Diego Romeo-Valeria Ciangottini -La vita che ti diedi)