di Paolo Cilona
Siamo tornati indietro di decenni. Anzi da più di un secolo quando i potenti di turno concedevano gagliardetti, medaglie e anche di tagliare i nastri per festeggiare la messa in opera della prima pietra. E qui vengono alla memoria le famose parole del Gattopardo:”Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi“. Il detto gattopardiano travalica lo spazio del discorso del presidente della Regione che scarica ogni accusa su i suoi predecessori in quanto responsabili dei ritardi in ordine alla soluzione del problema idrico che assilla fortemente la Città di Feace, di Empedocle e di Pirandello. I responsabili sono tutti presenti alle cerimonie, compreso il Governatore che dal 1994 e’ il maggiore privilegiato della politica berlusconiana in Sicilia, ricoprendo posti istituzionali assai rilevanti come presidente del Senato. Senza dovere dimenticare quel risultato storico di 61 a zero. Una Sicilia in mano a Schifani. Nessun beneficio alla terra di Agrigento. Manca l’acqua, mancano le infrastrutture, mancano i servizi, i collegamenti veloci, manca l’aeroporto tra l’altro non graditi a Schifani. Di contro finanziano balletti, canti, e tarantelle nella Valle del mito. Per non parlare dei guasti arrecati alla città capitale della cultura. D’obbligo per gli agrigentini ripensare al famoso richiamo :”Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno…li conosciamo di gia’.