di Paolo Cilona
Mezzo secolo a tutela del nostro patrimonio culturale, paesaggistico e monumentale del nostro Paese. Era il 28 aprile 1975 quando la nobildonna Giulia Maria Crespi firmò l’atto costitutivo del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Una nobile iniziativa incoraggiata dalla sua cara amica Elena Croce, figlia di Benedetto. Con lei a sostegno dell’iniziativa ci sono gli amici di sempre Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli. Lo scopo e’ quello di ottenere in dotazione da parte degli enti pubblici e privati beni monumentali, artìstici, architettonici, da salvare, tutelare e promuovere nell’interesse delle comunità. La prima donazione che il Fai riceve e’ la baia rocciosa di Cala Junco sull’isola di Panarea. Segue poi il Monastero di Torna, complesso medievale longobardo incastonato tra i boschi varesini. Si tratta del primo bene che il Fai restaura. Dopo cinquant’anni il Fondo per l’Ambiente Italiano ha più di trecento dipendente dei quali oltre il 75 per cento e’ donna e 300mila sono gli iscritti. Ha un patrimonio di 72 beni straordinarî ricevuti in eredità e in donazione. Su quella geniale intuizione del 1975 il Fai costituisce un punto di riferimento importante per la gestione, la tutela, e la promozione turistica dei tesori ambientali e monumentali dell’Italia. Il Fai in questi ultimi decenni si prende cura anche di 30mila opere d’arte e oggetti, mobili, arazzi, strumenti musicali, nonché di 40 mila libri. Nel 2015 e’ nato il Progetto Beni sosteniboli con lo scopo di ridurre del 20 per cento le emissioni di CO2 entro il 2030 attraverso l’efficientamento degli edifici. Nel 2018 nasce il progetto “il patto per l’acqua” con il quale vengono coinvolti agricoltori, aziende, imprese, consorzi, tecnici, gestori delle reti idriche, per l’uso e il recupero del prezioso liquido. Oggi i cantieri aperti sono oltre un centinaio. Poi nasce il progetto “İ luoghi del cuore”. İl Fai ha messo le radici nel cuore della Valle dei Templi con la gestione dei giardini della Kolimbetra che ogni anno registra la presenza di migliaia di visitatori. E proprio per festeggiare i 50 anni il Fai a novembre prenderà possesso delle Case Montana poste sul bordo di uno dei costoni di roccia in cui prospera con la sua bellezza la Kolimbetra. Attorno al Fai si muovono ed agiscono migliaia di volontari con spirito di servizio, uomini e donne, giovani e persone anche adulte che operano all’interno dell’organizzazione specie durante le giornate del Fai. Da anni ad Agrigento due figure si muovono con passo felpato : l’avv. Giuseppe Taibi e l’agronomo Giuseppe Lo Pilato che costituiscono un binomio di lavoro fondamentale per il Fai.
