di Paolo Cilona
La colpa è del consociativismo che insiste nel sistema elettorale voluto espressamente dall’Assemblea regionale siciliana. Questa legge allontana i cittadini dai seggi elettorali e crea un profondo distacco con le istituzioni democratiche. Gli inciuci oramai sono di moda e vengono giornalmente alimentati da accordi sottobanco tra i deputati magari all’insaputa e all’oscuro degli organi ufficiali dei partiti ai quali appartengono. Le contraddizioni sono evidenti. İn Italia i partiti attraverso la vigente legge elettorale escludono il cittadino dal diritto di scelta del candidato. İnfatti, da decenni abbiamo deputati nominati più che eletti. E così un giorno dopo l’altro si frantuma il diritto del popolo sovrano e si colpisce al cuore la democrazia. İn queste elezioni è venuto meno lo spirito dell’appartenenza, della coerenza e della lealtà di governo presente a Roma e a Palermo. İnoltre, in questa competizione è venuta meno la sintesi politica per una scelta unitaria da parte del centrodestra. İl grido di rabbia di Castellino per i voti espressi dai partiti del centro-sinistra (PD, 5 Stelle, Sinistra) a favore di Pendolino assume valore politico che avrà un immediato riscontro a Palermo e a Roma. Comunque a presto sentiremo le vibrate reazioni delle segreterie regionali e nazionali dei partiti in ordine ai risultati elettorali ad Agrigento, Enna, Trapani. Queste elezioni girgentane ci ricordato il Milazzismo difatti gli accordi elettorali dei “consorzianti” sono stati l’antifona cantata per mettere all’opposizione il candidato ufficiale della Meloni. Si spera che adesso lor signori non “passino ai materassi” replicando le sorde lotte intestine del devastato comune di Agrigento.