(un post di Nino Cuffaro segretario cittadino PD) LA TRACOTANZA DEI CACICCHI E LA DIFESA DELLA DIGNITÀ DEL PARTITO DEMOCRATICO
Sono state presentate le liste per l’elezione del prossimo consiglio e del presidente della provincia. Ad Agrigento, senza sorpresa, apprendiamo di un accordo tra alcuni sindaci e consiglieri comunali che fanno riferimento a gruppi organizzati del PD con Forza Italia dell’on. Riccardo Gallo e l’MPA dell’on. Roberto Di Mauro.
Alcuni dei peggiori esponenti del centrodestra, protagonisti di decenni di pratiche clientelari e di gestione affaristica della cosa pubblica, responsabili dei disastri amministrativi del territorio (basti pensare alla sanità, allo stato del servizio idrico, al ciclo dei rifiuti, alla cementificazione del territorio, alla viabilità….) diventano inopinatamente apparentati con una frazione del PD, con un’alleanza voluta, progettata da tempo e pervicacemente ricercata e realizzata. Quindi, non una convergenza casuale, ma piuttosto verrebbe da pensare ad un comune sentire. Peraltro, un’anteprima di questa alleanza c’era già stata due anni fa con la definizione della governance dell’Azienda Idrica dei Comuni Agrigentini: un gruppo di manager (si fa per dire) incapaci messi a gestire il servizio idrico solo in virtù dell’obbedienza politica, con esiti disastrosi per i cittadini.
È un accordo inconcepibile, privo di qualunque spessore politico, raggiunto fuori da ogni logica di partito: anzi, contro la sua linea politica; contro gli interessi del PD.
Un accordo che ignora con arroganza le indicazioni della segreteria e della direzione regionale, che appena pochi giorni fa avevano precluso qualunque intesa con le forze di centrodestra che sostengono il governo a Palermo e a Roma.
Un accordo che (si vedano le opinioni che circolano sui social) getta disdoro sull’immagine del partito, che nausea e allontana ancora di più una parte consistente del popolo della sinistra, desiderosa di una alleanza che sia assolutamente alternativa al centrodestra.
Che sia un mero accordo di potere, nelle intenzioni foriero di altri inciuci su diversi tavoli di trattative, lo si capisce anche dalla assoluta mancanza di riferimenti a qualsivoglia programma, anche minimo, da realizzare. In accordi di questo tipo, programmi valori e visioni non servono, rilevano solo le cariche da occupare, nell’immediato e nelle future occasioni.
Qualcuno si attarda a comprendere che il PD, soprattutto con la svolta impressa da Elly Schlein, vuole essere una forza compiutamente di sinistra che non intavola accordi consociativi con gli avversari politici.
È chiarissimo, chi non lo capisce è in malafede, che se il PD siciliano vuole avere nel proprio pantheon figure come quelle di Piersanti Mattarella e Pio La Torre o, per restare nell’ambito agrigentino, Accursio Miraglia, Cesare Sessa, Salvatore Di Benedetto, Francesco Renda (solo per citarne alcuni) non può assolutamente andare a braccetto con politicanti del calibro di Riccardo Gallo (quello che vorrebbe realizzare la biblioteca di Marcello Dell’Utri nella Valle dei Templi) e Roberto Di Mauro (quello che sta facendo di tutto per realizzare un rigassificatore a due passi dal parco archeologico e dall’abitato di Porto Empedocle, in spregio a tutte le regole sulla sicurezza).
È una vicenda indecente.
Spero che la comunità democratica, dopo una comprensibile reazione di incredulità e smarrimento, senta forte il bisogno di difendere la dignità del partito e moltiplichi gli sforzi per la rifondazione del PD, per farne, nel solco tracciato da Elly Schlein, un partito fermamente schierato a sinistra, con una visione ben chiara dei valori e dei beni da difendere: dalla tutela dell’ambiente alla valorizzazione dei beni culturali; dalla trasparenza amministrativa al buongoverno; dalla salvaguardia dei beni pubblici alla lotta alle mafie.
In tanti all’interno del partito siamo su questa linea.
Bisogna esserci, partecipare, questi non sono tempi per restare alla finestra, costruiamo assieme un partito profondamente rinnovato negli uomini e nelle donne, oltreché nelle pratiche politiche.
Non regaliamo il PD a chi ne fa un cattivo uso: basta cacicchi, basta consociativismo.