di Zino Pecoraro
Il discorso di Sergio Mattarella ad Agrigento ha dimostrato la distanza siderale e culturale nei confronti degli altri oratori non locali. Dal piatto discorsetto di Schifani alla dannunziana oratio di Giuli con citazioni presumibilmente ricavate da Google all’intervento scontato del sindaco e poi ai discorsi di altri minori e comparse. Il centro filosofico del discorso mattarelliano è stato il concetto di Umanesimo. Il termine nasce nella cultura italiana nel Quattrocento e si sviluppa prevalentemente nel Cinquecento. Alcuni scrittori italiani possono essere definiti preumanisti da vari punti di vista: Dante, Petrarca e Boccaccio possiedono termini che preludono alla sensibilità umanistica, che in questa sede non possono essere esaminati, perché suscettibili di una disamina articolata. Studia humanitatis e Religio hominis sono i termini portanti dell’Umanesimo citato dal Presidente della Repubblica. Gli studia humanitatis fanno riferimento a tutto il patrimonio etico, virtuoso, umano che deriva dal pensiero greco, dalla rielaborazione continuativa della romanità, dalla tradizione cristiana, dalla medievalità di ampio respiro. Dagli studia humanitatis deriva, per logica conseguenza, la Religio hominis, cioè l’idea di considerare l’uomo come centro di ogni azione umana e non oggetto o mezzo. In questo concetto di Umanesimo, sommariamente delineato, non rientrano le seguenti manifestazioni, che opprimono la nostra quotidianità: 1) il mancato salvataggio degli emigranti nel Mare Mediterraneo; 2) la detenzione in luoghi fuori del territorio nazionale; 3) la minore tutela della donna lavoratrice; 4) lo smantellamento di fatto dell’assistenza sanitaria; 5) il depotenziamento della scuola; 6) riforme nate con intento vendicativo; 7) la marginalizzazione del parlamento; 8) la mancanza di politiche sul lavoro; 9) la lotta alle vecchie e nuove povertà; 10) forme larvate di censura nella comunicazione; 11) il sostegno ad una forma becera di giornalismo manganellatore; 12) la pedagogia dell’insulto, dell’odio, della vendetta giornalmente proposta in pessime ed educative trasmissioni televisive. L’esprit de finesse di Mattarella forse sottintendeva questi temi ed anche altri simili.