Dom. Apr 20th, 2025

IL CIELO SOPRA AGRIGENTO: DA TANDOY, ALLA FRANA DEL 66 PER FINIRE ALLA CAPITALE DELLA CULTURA

di Paolo Cilona

Pietro Nenni grande uomo politico italiano amava dire:”Se avete una crìtica da muovere, criticate sempre le idee e mai le persone, perchè questo lo facevano i fascisti e noi siamo diversi. Qui c’è qualcuno che non e’ diverso evidentemente”…Chi da savio operar vuole, pensi al fine. Le recenti prese di posizione da parte dei nuovi  “palazzinari del Mediterraneo” di Agrigento fanno ritornare alla mente i giorni della protesta contro lo Stato del 1966. Quella stagione vide protagonisti tanti poveri muratori r carpentieri strumentalizzati da noti imprenditori e da alcuni insigni operatori del diritto. Cavalcarono la protesta contro i provvedimenti adottati dallo Stato all’indomani della frana del 19 luglio 1966. La stampa nazionale, la Rai/tv raccontarono gli scempi, gli abusi e i misfatti perpetrati in danno del suolo della città. Tutti i giornali nazionali e regionali si accanirono giustamente contro la classe politica agrigentina responsabile dei tolli in cemento armato. A voce alta i palazzinari  gridavano contro i templi di Akragas responsabili del mancato sviluppo economico della città . İn verità, ancor prima della frana, Agrigento fu su tutte le pagine dei maggiori quotidiani nazionali e regionali e della Rai/TV in occasione del delitto del commissario Tandoy. Oggi l’aria che tira è sempre quella e si  accusa la stampa nazionale e le televisioni nazionali di avere con ampi resoconti evidenziato disservizi, sprechi di denaro pubblico, notevoli ritardi da parte della màcchina organizzatrice per “Agrigento capitale della cultura”. I fatti sono stati raccontati  in modo inequivocabile sul piano giornalistico. Dopo di ciò sono venuti fuori i palazzinari,  questa volta appartenenti si colletti bianchi e alle “penne nere” che attraverso un ampio proclama hanno criticato, a loro modo di vedere,  la strumentalizzazione della realtà storica e di accanimento contro Agrigento da parte delle testate giornalistiche  e delle televisioni nazionali e locali. Si tratta di una vera crociata che somiglia per certi versi a quella del lontano 1966. La città ha bisogno in questo particolare momento di condivisione e  di saggezza, di unità operativa. Gli adulatori e i gestori del potere devono sapere che vivono una sola stagione.

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *